Famiglie in cammino
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 la Parola

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lollotino
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lollotino


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MessaggioTitolo: la Parola   la Parola Icon_minitimeVen Mag 30, 2008 8:50 am

lol!
Cari fratelli e compagni del mio pellegrinaggio,
cogliendo l'esperienza di Millo fatta con Mons. Riboldi, mi sono iscritto come utente alle sue riflessioni inerenti le Scritture domenicali.
Vi riporto il testo inviatomi per il 1°Giugno.
Molto profonda ma anche tanto vicina alle reltà quotidiane delle nostre giornate.
Un bom bom personale a tutti quanti

Omelia del giorno 1 Giugno 2008



IX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)



Non basta dire: “Signore, Signore!”





Questa domenica apre il mese di Giugno, che la pietà dei cristiani dedica al Sacro Cuore.

Dio vuole farci partecipi di quanto ci vuole bene: un bene incredibile!

E ogni volta viene da domandarci: “Come mai non ci facciamo travolgere da questo Amore, che parte addirittura da Dio, noi, che siamo così facili a farci coinvolgere da sentimenti o amicizie, che, il più delle volte, sono fragili, quando non ci lasciano con l’amaro in bocca?

Pare incredibile che noi uomini non riusciamo a farci ‘catturare’ dall’Amore infinito che Dio, gratuitamente, ci offre e davvero è l’unica nostra piena felicità e realizzazione.

Noi abbiamo nulla da offrire a Dio e ci viene da chiedere perché Dio ci voglia così tanto bene. La ragione è semplice, e la dovremmo avere scritta nel cuore della vita.

Noi siamo Sue creature, Suoi figli, tanto che per riscattarci dall’inferno, in cui ci siamo cacciati, rifiutando di lasciarci amare da Lui, ha addirittura donato Suo Figlio, Gesù, che ci ha riportati a Lui con la Sua vita, morte e resurrezione, per tornare a occupare quel Cuore, che è il solo senso della nostra esistenza.

Quante volte, osservando il nostro tempo o, se volete, tutti i tempi degli uomini, ieri ed oggi, constatiamo come portino il segno del ‘rifiuto del Bene’!

Come anche sperimentiamo che ci accompagna nella vita lo scoprirsi ‘nudi’, ossia ‘soli’, senza più nessuno che ami e doni una felicità, che sembrava a portata di mano.

Eppure… “Uomo dove sei?” è il grido del Padre, che arriva anche a noi, chissà quante volte!

E la risposta è sempre la stessa: “Mi sono nascosto, perché sono nudo”.

Una nudità insopportabile, che crea quelle tante angosce, drammi e depressioni di cui è conferma la cronaca quotidiana.

Non si può vivere ‘nudi’! Noi siamo stati creati per essere rivestiti dall’Amore. È questa la gioia più vera e profonda, che l’uomo possa provare.

Basterebbe ‘leggere’ la vita dei santi, pervasa da questa Gioia immensa, anche nelle difficoltà e sofferenze, tanto da poter dire che la loro esistenza è ‘amore che, dal Cuore di Dio, si diffonde sulla terra’.

Basterebbe pensare alla serenità di Madre Teresa di Calcutta, immersa nelle miserie umane, diventata luce per tutta l’umanità, come per tutti i Santi...fino alla gioia di dare la vita nel martirio. Quanta gente, da prete, da vescovo, ho incontrato, conosciuto, ammirato per la grande serenità, anche se erano poveri, malati.

La risposta che mi davano, riguardo alla loro felicità, era sempre la stessa: “La mia gioia è Dio e con Lui i miei fratelli. Voglio nulla, desidero nulla. Mi basta solo sapermi amata ed amare!”. Parole di una donna completamente disabile. Incredibile!

Forse noi abbiamo della natura dell’amore un concetto ‘pubblicitario’, ‘un evento da gossip’, come sono le inutili e vuote chiacchiere di tante riviste o reality.

Ma, quando l’amore ama, si circonda di silenzio e si manifesta nel guardarsi ‘dentro’.

L’amore si offre in punta di piedi, con delicatezza, per lasciare spazio alla libertà di accoglierlo o rifiutarlo. Meraviglioso e impegnativo l’amore vero!

E la Chiesa vuole farcelo vivere, in questo mese di giugno, dedicato proprio al Sacro Cuore.

Dice Paolo VI, commentando questo mistero liturgico: “E’ infatti essenziale al disegno della rivelazione cristiana la scoperta, a noi fatta da Dio, e da noi, se attenti, se disponibili, a tale folgorazione accolta e goduta, che Dio è Amore e come tale si è manifestato, svelando il segreto già presente, ma rimasto misterioso e quasi muto nella creazione naturale, perché l’amore di Dio, in Cristo, assume un linguaggio comprensibile, se pure incommensurabile, al nostro cuore umano: ‘Cristo ha amato me ed ha sacrificato se stesso per me’, così sintetizza S. Paolo il dramma della redenzione. È travolgente se abbiamo capito. Mi vengono in mente le parole dei mistici: ‘Il cuore parla al cuore’, per il carattere personale di tali atti spirituali, per la loro interiorità, per la loro semplicità e discrezione, per la loro evidente sincerità. Il Cuore di Cristo batte ancora e suscita l’entusiasmo di tanti cuori.

La Chiesa avverte la pulsazione di questi cuori, che certo prelude ad una accelerazione della carità nel mondo moderno. Ah! lo comprendessero gli uomini del nostro tempo!

Il mondo moderno, nelle sue maggiori esigenze, sia spirituali, che morali e sociali, ha bisogno di amore, che vuol dire superamento di ogni sentimento che lo rende infelice, e preludio di ogni cosa grande, buona, umana, di cui esso è più che mai oggi capace e forse inconsciamente desideroso” (Paolo VI, 8 giugno 1978).

Non resta che fare spazio, nella fede e nella preghiera, a tanto Dono del Padre e farsi amare. Ritroveremo la gioia!

---

E’ davvero tagliente la Parola che Gesù, oggi, ci offre.

Ci pone di fronte il concetto di ‘saggezza e stoltezza, agli occhi di Dio’.

“In quel tempo - scrive l’evangelista Matteo - Gesù disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, noi abbiamo profetato nel tuo nome e scacciamo demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome. Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti: allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande” (Mt 7,21-27).

È la risposta di Gesù al nostro modo di vivere il Vangelo, a volte, solo a fior di pelle, ossia superficialmente. E, quando la nostra vita cristiana è superficiale, assomiglia tanto a quella casa
costruita sulla sabbia. Basta poco per spazzare via il nostro rapporto vivo con Dio.

Tutti sappiamo come la vita è un continuo alternarsi di ‘gioie e speranze, ma anche di sofferenze ed angosce’. Ci sono momenti in cui tutto ci pare vada bene - almeno secondo il nostro modo di interpretare la vita-. Per tanti ‘l’andare bene’ è riferito agli affari, alla salute buona e via dicendo. Un linguaggio che non sfiora neppure il vero volto di una vita con lo sguardo fisso a Dio, tesa a compiere la Sua volontà in ogni attimo.

Nella sua illuminata visita, che il Santo Padre fece negli USA, ha posto domande inquietanti, rivolte a noi tutti: “Che cosa significa parlare della protezione dei bambini, quando la pornografia e la violenza possono essere guardate in così tante case attraverso i mass media, ampiamente disponibili oggi? A quanti giovani è stata offerta una mano che nel nome della libertà e dell’esperienza, li ha guidati all’assuefazione agli stupefacenti, alla confusione orale o intellettuale, alla violenza, alla perdita del rispetto di se stessi, anzi, alla disperazione e, così, tragicamente al suicidio?’.

E ancora ci chiede: “E’ forse coerente professare la nostra fede in Chiesa e poi, lungo la settimana, promuovere pratiche di affari o procedure mediche contrarie alla fede?”.

Bruciano queste parole in chi di noi neppure si sforza di avere quella coerenza tra fede e vita, di cui oggi parla Gesù: “Non chi dice Signore, Signore...!”

Bello allora farsi coinvolgere dalle parole che, sempre il Santo Padre, rivolse ai giovani a Loreto: “Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Non abbiate paura, cari amici, di preferire le vie ‘alternative’ indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale, relazioni sincere e pure, l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può apparire perdente e fuori moda. I vostri coetanei e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo”.

Ed è proprio vero.

Ricordo quanto disse un giorno, l’allora cardo Schuster ad alcuni giovani: “Il mondo quando vi vede uscire dalla Chiesa, non si impressiona, perché sembra che andare a Messa dica poco o nulla. E così guardando ai vostri oratori. Ma la gente quando vede passare un santo, ossia un cristiano - non perché lo dice, ma perché lo è - si ferma ed ammira.”

Come del resto facciamo noi quando incontriamo fratelli o sorelle che vivono fino in fondo la fede e la indossano come una veste lucente nella ordinarietà della vita.

Hanno ‘qualcosa’ che sembra invitare a guardare ‘in Su’.

Lo sappiamo tutti quanto è duro ed impegnativo vivere da veri cristiani. Ma per quella immensa gioia che si riceve, proprio ne vale la pena!

Non resta che ascoltare e vivere quanto Mosè disse a nome di Dio:

“Mosè parlò al popolo dicendo: Porterete nel cuore e nell’anima queste mie parole. Ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi. Vedete, io pongo davanti a voi una benedizione e una maledizione: la benedizione, se obbedite ai comandi del Signore vostro Dio che oggi vi do; la maledizione, se non obbedite ai comandi del Signore vostro Dio e vi allontanate dalla via che io oggi vi ho prescritto” (Dt 11.18-26).

E’ bello allora chiedere a Gesù che la nostra fede sia salda come una casa costruita sulla roccia, con le parole di Madre Teresa: “Signore, tu sei la Vita che voglio vivere, la Luce che voglio riflettere, il Cammino che conduce al Padre, l’Amore che voglio amare, la Gioia che voglio condividere e seminare attorno a me. Gesù, Tu sei tutto per me. Ricordamelo: senza di Te non posso nulla”.



Antonio Riboldi – Vescovo –

Internet: www.vescovoriboldi.it

E-mail: riboldi@tin.it
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